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lunedì 30 gennaio 2017

Dall'Umbria al Veneto: il segreto di Valentino svelato da Shakespeare



Valentino giovane, vivace, innamorato del mondo e delle donne, ma anche tormentato e tenace: Arnaldo Casali lo descrive così.

San Valentino, come non lo hanno mai raccontato, lontanissimo dall’immagine ieratica del Santo e immerso nella nostra stessa umanità, diventa un personaggio forte, capace di tenerci avvinti, da lettori, alla sua appassionante vicenda.
Ma chi sarà in grado di svelare al mondo il suo vero volto, la sua storia? Nel romanzo di Arnaldo Casali questo compito è affidato a William Shakespeare che con il Santo degli innamorati ha un legame tutto speciale. In un viaggio avventuroso tra l’Umbria e il Veneto il Bardo riuscirà a scoprire la storia segreta di Valentino e a regalarla al mondo.


“Valentino. Il segreto del Santo innamorato” di Arnaldo Casali: il romanzo che amerete.


Nel tempo confuso dei mutamenti che metteranno definitivamente in crisi l’Impero romano, un giovane venuto da Interamna sfida la famiglia, la società, il potere con una scelta rivoluzionaria. Una biografia tenuta nascosta per secoli, e poi dimenticata, viene ritrovata casualmente da un giornalista in una biblioteca.
La vera storia di san Valentino torna così alla luce, insieme a un segreto senza tempo, consegnandoci un eroe moderno e coraggioso, consacrato a un amore che dalla carne, dalla sensualità, si eleva a sentimento universale.

domenica 15 gennaio 2017

Giornata Mondiale della Memoria 2017: "Qualcuno si salverà per raccontare"



A pochi giorni dal 27 gennaio 2017, Giornata Mondiale della Memoria (Giorno della Memoria), segnaliamo un interessante titolo pubblicato nel 2015, in occasione della ricorrenza dei 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.


Guerrino Giansanti
Qualcuno si salverà per raccontare
a cura di Eleonora Pellegrini

Un progetto realizzato in collaborazione con la Direzione Didattica “G. Mazzini” di Terni
Con il Patrocinio del Comune di Terni




Guerrino Giansanti inizia a scrivere la storia della sua prigionia cinquantuno giorni dopo essere stato liberato dagli americani e un mese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. È il 4 giugno 1945.
Si trova in Germania a Halberstadt, in un campo degli Alleati, in attesa di tornare in Italia, e
sente il bisogno - in mezzo alle macerie della città distrutta - di scrivere ai propri famigliari e
raccontare i diciannove mesi d’internamento.
La follia del male nei giorni della sua detenzione, la disumanizzazione del sistema dei lager,
il fanatismo nazista e i sentimenti razzisti. Guerrino Giansanti racconta la sua esperienza nel
campo di prigionia, gli ‘uomini comuni’, militari e civili, ragionieri della violenza e ingranaggi
della brutalità quotidiana; descrive la sopravvivenza, giorno dopo giorno, nella speranza che
arrivino gli eserciti Alleati e la fine del conflitto e oppone alla banalità del male la propria
umanità.

Guerrino Giansanti nasce a Terni il 23 marzo 1918. Nella città umbra vive la propria giovinezza e impara il mestiere del falegname. È un ragazzo come tanti altri catapultato, a un certo punto della propria vita,
bruscamente e senza molte spiegazioni, nella grande Storia.



“Giorno per giorno il mese di marzo finì, arrivò aprile. Nella nostra baracca c’era malinconia e tristezza, notizie non si avevano, non si sapeva nulla della guerra, se si perdeva o si vinceva: eravamo allo scuro di tutto. Più di una metà dei miei compagni erano morti, si viveva con paura e anche con la gioia, aspettavamo da un giorno all’altro la liberazione: non quella della prigionia, ma quella della morte.”




(dalla prefazione di Renato Covino e Marco Venanzi)
[…] Si tratta di un documento importante perché in Italia la produzione di memorie riguardanti l’esperienza degli internati militari è stata tutt’altro che abbondante nei decenni che seguono la Seconda guerra mondiale. L’internamento, proprio perché ha affossato i prigionieri in una condizione disumanizzante e degradata, è stato spesso percepito dai sopravvissuti come una fase della propria vita di cui vergognarsi, da non raccontare negli anni del dopoguerra. La stessa storiografia sulla Resistenza soltanto in anni recenti ha rivalutato l’esperienza degli internati militari italiani (imi). Gli storici che se ne sono occupati, dagli anni Ottanta del Novecento, hanno visto in gran parte dei prigionieri di guerra i portatori di una disobbedienza istintiva e vi hanno finalmente letto una forma originale di resistenza non armata al Nazifascismo.




Progetto editoriale realizzato in collaborazione con la Direzione Didattica ‘G. Mazzini’ di Terni. Gli alunni della classe 5ac della Scuola Primaria ‘G. Mazzini’ si sono aggiudicati il primo premio al concorso Esploratori della Memoria edizione 2014-2015, indetto dall’anmig (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) e sostenuto dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, in accordo con l’Istituto di Formazione Culturale ‘Sant’Anna’ di Perugia.

A special thanks to Ms. Margit Vogt, Educational Assistant at the
International Tracing Service in Bad Arolsen (Germany),
for her kind helpfulness.

Immagine di copertina e tavole illustrate di Bianca Porrazzini
Coordinamento didattico a cura di Eleonora Pellegrini




giovedì 5 gennaio 2017

Una collana "autorevole" per un libro... geniale!



Che reazione scatenò cento anni fa, nel 1916, la pubblicazione della Teoria della Relatività di Albert Einstein? Come fu commentata dagli intellettuali dell’epoca? 

Gli autorevoli pareri di Adriano Tilgher e Irving R. Bacon, rispettivamente in Italia e negli Stati Uniti d’America, riscoperti attraverso una minuziosa ricerca d’archivio, aprono una finestra su questo momento fondamentale della nostra storia, restituendo l’impatto dirompente di una teoria rivoluzionaria.


La collana “Gli autorevoli” dà corpo a un progetto ambizioso: quello di stimolare il pensiero critico su temi d’attualità attraverso il dialogo tra le giovani generazioni e figure di spicco della cultura di cento anni fa.  La collana si comporrà infatti di pubblicazioni periodiche incentrate su articoli di giornale di autorevoli intellettuali di fine ‘800, primi del ‘900, scelti da giovani redattori (universitari), per aprire una discussione su eventi culturalmente significativi di cui nella nostra attualità vi sia la ricorrenza, l’anniversario o, comunque, per i quali si crei una situazione di dibattito e interesse.



In questo numero zero, in occasione del centesimo anniversario della pubblicazione della Relatività Generale di Albert Einstein, proponiamo l’articolo di un autorevole intellettuale, critico e filosofo, Adriano Tilgher, uscito su “La Stampa” nel 1921. Adriano Tilgher fu tra coloro che, negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione della Relatività Generale, contribuirono a vivacizzare il dibattito culturale sulle fondamentali scoperte del fisico di Ulma. In dialogo con lui troveremo Irving R. Bacon pubblicato sul “The New York Times” nel 1921 con l’articolo Einstein and Kant ed Eva Liberti, studentessa del Corso di laurea in Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia.

Ringraziamo per il contributo fondamentale alla realizzazione del progetto la professoressa Flavia Baldassarri del Dipartimento di Scienze Politiche - Corsi di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia e le giovani curatrici Sara Trappetti e Francesca Secci.