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martedì 26 giugno 2018

Caro politico, se non leggi, non puoi governare…



Non esiste buona politica senza etica e non può esistere etica senza immaginazione e, dunque, senza buone letture.
È quanto risulta in modo luminoso dalla conversazione con Dacia Maraini di qualche giorno fa, in occasione della presentazione a Perugia del suo ultimo libro “Tre donne. Una storia d’amore e disamore”. A un certo punto, chiacchierando con lei, cito un passaggio di una sua intervista che mi è restata in testa. Ricordo che alla domanda dell’intervistatore di turno su come riconoscere un buon libro, la scrittrice abbia risposto che un buon libro è quello che ci fa uscire da noi stessi, che ci fa vedere il mondo con occhi diversi, che ci fa immedesimare nella sensibilità altrui, rendendo il nostro orizzonte più ampio.
Bello. Sì, bello ma non basta.
L’autrice de “La lunga vita di Marianna Ucria” mi spiega poi che un buon libro aiuta a far crescere la nostra immaginazione ed è grazie ad essa che noi possiamo cambiare punto di vista, immedesimarci negli altri, capirne i problemi, le risorse, le possibilità e anche riuscire a vedere un futuro verso il quale dirigerci. Ma la comprensione del presente, del mondo in cui viviamo e degli altri coniugata alla visione di un futuro verso il quale tendere hanno bisogno anche della memoria, perché l’esperienza di chi ci ha preceduti è fondamentale nel cammino che stiamo compiendo. E tra i migliori custodi della memoria ci sono, ancora una volta, i buoni libri.
Immaginazione e memoria. Ricordando e immaginando possiamo uscire da noi stessi per comprendere gli altri, possiamo disegnare un mondo migliore verso cui tendere, possiamo proiettaci nel futuro con una visione etica, che per definizione vuole dire: rivolta al bene, un bene comune.
Immaginazione, memoria - etica, buona politica: un orizzonte di senso meravigliosamente possibile, sì, ma solo grazie alle buone letture.
E, grazie, Dacia Maraini.

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