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domenica 13 settembre 2015

"Il tempo materiale"



Giorgio Vasta
IL TEMPO MATERIALE

 Il tempo materiale è un paradosso che si struttura intorno alla cronaca aspra degli anni ’70.
Un’esagerazione, un’iperbole cercata e consapevole che racconta il decadimento di una società.
Siamo a Palermo, nel 1978, e tre ragazzini di undici anni conoscono attraverso televisioni e giornali la realtà delle Brigate Rosse e del caso Moro.
Nimbo, Volo e Raggio (questi i loro nomi in codice), tra i banchi di scuola e il tempo libero che dovrebbe essere dei giochi, decidono di diventare brigatisti.
Ci aspetteremmo e vorremmo trovare nelle pieghe di questa storia un accenno a qualche “leggerezza”, il sospetto, seppur vago, che possa trattarsi di un “gioco” incosciente ma quello che scopriamo è una convinzione che atterrisce.


Nimbo, Raggio e Volo sono la negazione dell’infanzia e degli affetti, un vortice nero di determinazione e indifferenza.
I legami, anche quelli familiari, perdono valore; i sentimenti ne risultano svuotati. L’uomo che abita la casa di Volo è una presenza ingombrante ma senza volto, non è padre ma “Pietra”, e la donna, spogliata di tutti i connotati della maternità e della femminilità, viene ridotta semplicemente a “Spago”.
Il mondo degli adulti è un orizzonte abitato da fantocci senza lineamenti precisi che si muovono in un ingranaggio collaudato fatto di lavoro, casa, televisione, pasti regolari e vacanze sotto l’ombrellone. Al di sotto di questo mondo ufficiale, nello spazio incerto che conduce fuori dall’infanzia, nel limbo della preadolescenza, tre ragazzini sono alla ricerca della possibilità di dare una forma alla propria esistenza.
In un orizzonte divenuto completamente arido e dunque sterile, l’affermazione di un’identità deve partire da zero.


Nimbo, Raggio e Volo abbandonano il linguaggio tradizionale e fondano un loro alfabeto. Un alfabeto muto fatto di una serie limitata di ideogrammi mimati in cui non deve esserci spazio per fraintendimenti o incertezze. Una base sicura da cui partire per affermare se stessi e progettare l’attacco alla società. L’addestramento sarà serrato e le azioni, secondo un preciso disegno, caratterizzate da una dirompenza crescente. Fuoco, esplosioni e morte per vincere l’insuperabile indifferenza del mondo.

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