I cieli di Boudin, meravigliosi e anticipatori di quello che
sarà il meglio dell’Impressionismo, ci forniscono una splendida occasione per
allenare ancora una volta il nostro sguardo di scrittori.
Si abbassa la linea d’orizzonte
e il cielo diventa protagonista assoluto della visione.
In Boudin ogni cielo dona un’atmosfera diversa, incide
fisicamente ed emotivamente sulla scena. Il temporale in arrivo trasporta una
pesantezza quasi clustrofobica; la corsa di nuvole bianche ci solleva da terra;
un tetto scuro e compatto ci schiaccia, il vento che corre sul mare lo travolge
e ci agita. Il tempo del giorno, dell’anno e il tempo atmosferico di quel
preciso momento fermato da Boudin generano una luce che dona un senso
irripetibile a tutte le cose.
Scrive Baudelaire
proposito dei cieli di Boudin: “Queste nuvole dalle forme fantastiche e
luminose […] queste immensità verdi e rosa sospese o sovrapposte, queste
fornaci spalancate, questi firmamenti di sete nere e violette, arrotolati o
lacerati, tutte queste profondità, tutti questi splendori danno alla testa come
una bevanda inebriante o l’oppio”.
Esercizio 1: Alleniamo lo sguardo – descriviamo questo
preciso, irripetibile, momento del mondo
Alziamo lo sguardo al cielo, rendiamolo protagonista, come
Boudin. Abbassiamo la linea d’orizzonte nella nostra descrizione e raccontiamo
quello che vediamo facendo attenzione ad avvolgere tutto nella stessa atmosfera
data da quella luce particolare e da quel particolare passaggio di nuvole.
Esercizio 2: Alleniamo l'immaginazione
Di nuovo con gli occhi al cielo, descriviamo il passaggio delle nuvole come specchio del nostro sentire.
Di nuovo con gli occhi al cielo, descriviamo il passaggio delle nuvole come specchio del nostro sentire.
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