A pochi
giorni dal 27 gennaio 2017, Giornata Mondiale
della Memoria (Giorno della Memoria), segnaliamo un interessante titolo
pubblicato nel 2015, in occasione della ricorrenza dei 70
anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Guerrino Giansanti
Qualcuno si salverà per raccontare
a cura di Eleonora Pellegrini
Un progetto
realizzato in collaborazione con la Direzione Didattica “G. Mazzini” di Terni
Con il Patrocinio
del Comune di Terni
Guerrino
Giansanti inizia a scrivere la storia della sua prigionia cinquantuno giorni
dopo essere stato liberato dagli americani e un mese dopo la fine della Seconda
Guerra Mondiale. È il 4 giugno 1945.
Si trova in
Germania a Halberstadt, in un campo degli Alleati, in attesa di tornare in
Italia, e
sente il
bisogno - in mezzo alle macerie della città distrutta - di scrivere ai propri
famigliari e
raccontare i
diciannove mesi d’internamento.
La follia
del male nei giorni della sua detenzione, la disumanizzazione del sistema dei
lager,
il fanatismo
nazista e i sentimenti razzisti. Guerrino Giansanti racconta la sua esperienza
nel
campo di
prigionia, gli ‘uomini comuni’, militari e civili, ragionieri della violenza e
ingranaggi
della
brutalità quotidiana; descrive la sopravvivenza, giorno dopo giorno, nella
speranza che
arrivino gli
eserciti Alleati e la fine del conflitto e oppone alla banalità del male la
propria
umanità.
Guerrino Giansanti nasce a Terni il 23 marzo
1918. Nella città umbra vive la propria giovinezza e impara il mestiere del
falegname. È un ragazzo come tanti altri catapultato, a un certo punto della
propria vita,
bruscamente
e senza molte spiegazioni, nella grande Storia.
“Giorno
per giorno il mese di marzo finì, arrivò aprile. Nella nostra baracca c’era
malinconia e tristezza, notizie non si avevano, non si sapeva nulla della
guerra, se si perdeva o si vinceva: eravamo allo
scuro di tutto. Più di una metà dei miei compagni erano morti, si viveva
con paura e anche con la gioia, aspettavamo da un giorno all’altro la liberazione:
non quella della prigionia, ma quella della morte.”
(dalla prefazione di Renato
Covino e Marco Venanzi)
[…] Si
tratta di un documento importante perché in Italia la produzione di memorie riguardanti
l’esperienza degli internati militari è stata tutt’altro che abbondante nei
decenni che seguono la Seconda guerra mondiale. L’internamento, proprio perché
ha affossato i prigionieri in una condizione disumanizzante e degradata, è
stato spesso percepito dai sopravvissuti come una fase della propria vita di
cui vergognarsi, da non raccontare negli anni del dopoguerra. La stessa
storiografia sulla Resistenza soltanto in anni recenti ha rivalutato
l’esperienza degli internati militari italiani (imi). Gli storici che se ne
sono occupati, dagli anni Ottanta del Novecento, hanno visto in gran parte dei
prigionieri di guerra i portatori di una disobbedienza istintiva e vi hanno finalmente
letto una forma originale di resistenza non armata al Nazifascismo.
Progetto editoriale realizzato
in collaborazione con la Direzione Didattica ‘G. Mazzini’ di
Terni. Gli alunni
della classe 5ac della Scuola
Primaria ‘G.
Mazzini’ si sono aggiudicati il primo
premio al concorso Esploratori della Memoria edizione 2014-2015,
indetto dall’anmig (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) e sostenuto
dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, in accordo con l’Istituto di
Formazione Culturale ‘Sant’Anna’ di Perugia.
A special thanks to Ms. Margit Vogt, Educational
Assistant at the
International Tracing Service in Bad Arolsen (Germany),
for her kind helpfulness.
Immagine di copertina e tavole illustrate di Bianca
Porrazzini
Coordinamento didattico a cura di Eleonora
Pellegrini
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