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venerdì 13 aprile 2018

La forza dei personaggi: tra apparenza e mondo interiore



#scrivoconarte
Quando un personaggio diventa indimenticabile?
Quando non è il prodotto di un’immagine stereotipata ma vive allo stesso tempo di apparenza e mondo interiore. Quando è il risultato dell’osservazione diretta e dell’originale elaborazione dello scrittore e non un riflesso pallido di modelli consumati.


Esercitiamoci a scrivere con un’opera d’arte!
 


Cagnaccio di San Pietro, Allo specchio, 1927






In Allo specchio, opera del 1927, una donna si sta preparando; deve ancora vestirsi ma sulle labbra passa il rossetto. Lo specchio riflette un volto assorto. Il pittore compone un’immagine solo apparentemente ispirata a una tranquilla quotidianità che, a ben guardare, lascia affiorare un mondo interiore, un sentire inquieto, che induce allo straniamento. La scelta della prospettiva schiacciata contribuisce a ‘forzare’ l’osservatore troppo a ridosso dell’intimità della donna, costringendolo in un non ben definito senso di disagio.



Esercizio. Ritratto a parole.
Scegliamo il nostro o la nostra modella e con lui/lei esercitiamoci in tre ritratti di massimo 300 parole. Questo ci aiuterà a scoprire le possibilità che ci offre l’osservazione e ad allontanarci dall’utilizzo degli stereotipi per  nostri personaggi.

1.       Descriviamo il nostro soggetto da lontano. Scegliamo una qualsiasi situazione e descriviamolo senza che sia possibile individuarne precisamente i tratti;
2.       Descriviamo poi lo stesso soggetto da molto vicino (talmente vicino da essere quasi di disagio mentre lo facciamo);
3.       Descriviamolo ora allo specchio, come se noi non ci fossimo, come se stessimo spiando in un momento di intimità.

Rileggete ora i vostri ritratti... che ve ne pare? 

##scrivoconarte
 


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