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lunedì 6 luglio 2020

L'armonia fra le pietre, i borghi e i paesaggi dell'Umbria di Claire Arnot



Da dove viene il titolo del tuo libro "Qui non piove mai"?
L'abbiamo tratto da un  detto popolare che ho sentito da un vicino, appena arrivata in un paesino dell'amerino dove avevamo comprato la  seconda casa : "Qui non piove mai, o siamo troppo buoni, o siamo troppo cattivi". Mi era talmente piaciuto che l'ho citato in introduzione nella versione francese originale, poi ho suggerito di usarlo in parte per il titolo di quella italiana.

Che cosa ti ha colpito di più dell’Umbria appena ti sei trasferita dalla Francia?
L'armonia fra le pietre, i borghi e i paesaggi, coltivati ma non troppo, come in Toscana, ad esempio, dove ho anche vissuto un anno da studentessa, vicino a Siena. Quindi mi piace la parte ancora boscosa, un po' selvatica e misteriosa. Si sente che siamo nell'entroterra, più vicini ai monti che al mare. Apprezzo pure la gastronomia umbra, semplice e gustosa. La gente cordiale ma non invadente.  Il carattere riservato, un po' ruvido, che mi ricorda la mia infanzia sulle Alpi.




Come hai raccontato l’Umbria nel tuo libro?
Da vari punti di vista, pensando ad un pubblico francese o francofono all'inizio. C'è l'Umbria della cartolina, natura e cultura, con i suoi bei paesaggi e le città d'arte, ma c'è anche una regione più rurale e segreta da scoprire. I miei numerosi personaggi la rappresentano tutti sotto i  vari aspetti, come un  "mosaico" o un puzzle che si delinea, pagina dopo pagina.

Due cose dell'Umbria che ti ricordano la tua Provenza e due cose che invece le rendono profondamente differenti...
Colline, profumi, estati roventi (sono quindi 3!) ma in Umbria c'è più acqua (adoro le cascate delle Marmore, mi danno una grande energia!) e quindi più verde. Ci sono anche veri gioielli architettonici  e borghi più curati in Umbria.




Come sei riuscita a coniugare la “dolcezza” del paesaggio umbro a una trama ricca di inquietudine e mistero?
Ispirandomi alla natura umana... e osservando molto intorno a me. Come nelle innocenti e verdi campagne inglesi... può succedere di tutto in mezzo a un bel borgo medievale umbro!

Ci descriveresti la tua protagonista con un rapido “tratteggio”?
Hélène Fontayne può essere considerata come un mio "alter ego" fino a un certo punto: provenzale, insegnante di francese che vive in Umbria, sposata a un avvocato, madre di due maschi... ma è anche un po' pigra, indolente, malinconica, in crisi con il marito e la bilancia poiché e si butta sulla cioccolata appena si sente giù di corda! Cose che  mi corrispondono solo in parte. Molto più giovane di me (40 anni), risolve i misteri dell'intrigo quasi suo malgrado, usando il  fiuto e una certa tenacia che alla fine salverà una vita. È un personaggio di fantasia con tratti universali in cui, secondo il commento di varie lettrici, molte donne si sono identificate. E questo mi fa piacere.

E il personaggio più tipicamente “umbro” di questa storia?
Antonio Antonelli, detto Tonino, o "il bracconiere". Nato nelle colline umbre, amante della macchia e della caccia, legatissimo al suo cane, il suo unico compagno. Ma anche Gabriella, la maestra, con cui  rendo omaggio alla categoria dei preziosi  insegnanti delle scuole elementari dei paesini delle campagne. Sono spesso persone colte e  molto umane, vicino ai ragazzi italiani e stranieri, che spingono a studiare per uscire da una certa limitatezza fisica e culturale.

Cosa ci fa scoprire questo libro a proposito dell’Umbria?
Forse, con lo sguardo d'una straniera, una realtà poco conosciuta, un po' lontana dalle grandi città e dalle zone turistiche ma comunque in piena trasformazione, perché oggi è difficile vivere fuori dal mondo...




Come hanno accolto i lettori francesi il tuo romanzo?
Abbastanza bene direi: ho ricevuto complimenti per la descrizione dell'Umbria, che ha dato voglia a qualcuno di venirci in vacanza, per la scoperta della gastronomia (perché nelle versione francese ci sono ricette tipiche umbre in fondo) e infine, malgrado i numerosi personaggi che non sembrano legati fra di loro all'inizio del giallo, per l'intrigo che li riunisce e il  finale sorprendente.

Progetti futuri?
Per ora sono tornata a vivere in Provenza per qualche mese ma non dimentico la mia cara Umbria d'adozione; ho un terzo giallo in cantiere (un po' arenato, lo confesso, in questo strano periodo...) sempre con Hélène Fontayne e il paese di  Montiano; ho collaborato con una pittrice e illustratrice francese per bambini, riscrivendo i testi del suo bellissimo Diario di viaggio a Cuba in bici (stiamo cercando un editore!) e anche con una fotografa e artista contemporanea franco-americana che vive fra New-York e Venezia: le ho scritto testi brevi e pensieri sul tema Donna e fertilità, per una sua mostra futura. Mi piace molto questo tipo di collaborazione, dopo anni di scrittura (e traduzione!) solitari. Infine, due anni fa, un mio racconto inedito ispirato al  palazzo Venier, sede dell'Alliance française di Venezia, è stato selezionato per fare parte, appunto, d'un libro collettivo sulla storia di questo bellissimo edificio, che dovrebbe uscire a dicembre, contemporaneamente a Parigi e Venezia.  Animo Laboratori di Scrittura creativa in lingua francese dove mi chiamano, in Francia o Italia, presso licei, biblioteche, Caffè associativi, ecc.

GRAZIE CLAIRE, A PRESTO!

Claire Arnot

QUI NON PIOVE MAI

DALIA EDIZIONI

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