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martedì 7 marzo 2017

Gli artisti sono tutti maschi?



Gli artisti sono tutti maschi?! Macché, evviva le donne creative!


Se per secoli la creatività femminile è stata relegata in un angolo, avvilita, frustrata, tanto da far indulgere al luogo comune per cui i talenti artistici sarebbero esclusivo dominio del mondo maschile ("Guarda i grandi artisti... sono tutti uomini!" dice tizio...), beh, oggi è tutta un'altra storia. Non è difficile trovare nel passato esempi illuminanti di creative straordinarie ma noi che siamo così fortunati da lavorare con brillanti, divertenti, intelligenti "inventa-storie", ci concentriamo sul contemporaneo e vi presentiamo con orgoglio le nostre amate scrittrici:


Annalisa Basili, laureata in Scienze della Comunicazione, ha lavorato a diversi progetti editoriali, didattici e di comunicazione di portata nazionale. Dopo Intrigo a Poggio di Mezzo, da lei definito ‘il suo giallo catartico’, minacciava di scrivere il seguito. Con l’avvincente Le ombre di Narnja continuano le avventure degli indomiti abitanti di Castrum Podii Medii.


Antonietta Usardi vive, sogna e scrive. Scrive per “Officine Milanesi” e “Milano Magazine” di cui è responsabile e ideatrice; scrive di cinema, fotografia e cultura per diversi blog e siti; scrive racconti, ricette, appunti vari e romanzi. Ama i boschi, le stazioni e gli spazi vuoti. Ha smesso con il cioccolato anni fa, adesso coltiva altri vizi. Cacao city è il suo terzo, peccaminoso, rocambolesco romanzo.

Paola Roela, nata a Terni nel 1966 insegna nella Scuola dell’Infanzia. Diplomata in pianoforte, da sempre ama scrivere, prediligendo la poesia.
Mettendo a frutto la sua lunga esperienza nell’insegnamento, sostenuta da studi continui e sperimentazione sul campo,  affronta con successo in Damian e la Lupa la difficile prova della narrazione per l’infanzia.

Chiediamo alle nostre autrici, per l'occasione, di raccontarci in che modo la loro femminilità si esprime nella scrittura.



Paola:Non so esattamente come esprimo la mia femminilità attraverso la scrittura. Credo che essa si manifesti molto soprattutto nella poesia, o almeno mi piace credere che sia così. Riguardo alla narrativa, in generale, devo dire che sono molto attenta alle problematiche femminili, anche quelle molto serie, come il tema della violenza sulle donne a cui ho dedicato un lungo racconto oppure al tema dell’infibulazione, presente in una poesia di denuncia. Molto spesso le protagoniste dei miei racconti sono donne e narrano le loro vicende, i loro sentimenti, i loro desideri più intimi e profondi. Nelle fiabe, infine, credo sia presente il mio spirito materno, e anche quello dell’insegnamento per cui, narrando la storia, cerco di accompagnare il piccolo lettore, tenendolo per mano, attraverso le avversità della vita, sperando, in maniera forse fin troppo ambiziosa, che dal mio racconto, possa trarre qualche interessante spunto di formazione e di crescita”.



Annalisa:“Mi si chiede in che modo la mia femminilità si esprima attraverso la scrittura e posso solo rispondere che non ho elementi per dirlo. Sono i lettori che possono rintracciare l’animo gentile, eventuale, tra le pieghe delle frasi. Ma questa è decisamente una risposta sessista e credo che i secoli siano ormai gonfi di barricate tra i generi. Rifiuto le categorizzazioni; etichette e schematismi mi annoiano. Sono cresciuta a Lego e Meccano e per questo spero che dalle mie pagine ognuno trovi il genere che preferisce e, senza scomodare il Simposio di Platone, spero che sia quello che lo fa sognare e vivere la storia che legge”.


Antonietta: “Ho provato a pensare in che modo la scrittura rappresenti la mia femminilità ma non saprei che risposta dare, in quanto non mi trovo in questa differenza di genere. Ho sempre pensato che lo scrivere mi rappresentasse come individuo nella sua totalità, più che come donna.
Credo che molto più semplicemente lo scrivere rappresenti il sentire dell’individuo indifferentemente dalla sua identità di genere.
Posso invece dire senz’altro cosa mi piace della scrittura femminile, la trovo calda e avvolgente, indipendentemente dal genere scelto dall'autrice, un po’ come il percepire il calore di una stanza senza vedere la fiamma nel camino. Una scrittura che raccoglie le sfumature della vita.
Credo che questo cogliere e analizzare le sfumature rispecchi molto, in senso sia positivo che negativo, la natura dell’animo femminile, a dispetto di una scrittura maschile che punta molto più rapidamente al suo obiettivo”.

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